Valentina Ferragni ha lanciato la sua capsule collection di moda beachwear ma è subito polemica: ecco di cosa l’hanno accusata
La meravigliosa Valentina Ferragni ha dimostrato, negli anni, di avere la stessa stoffa di sua sorella Chiara: non a caso, in pochissimi anni, è diventata una delle influencer più amate e seguite in assoluto. Sostenuta da quasi 5 milioni di follower, recentemente ha dato il via ad un progetto davvero molto speciale in vista dell’estate 2023…
Proprio come sua sorella Chiara, che ha fondato un brand di moda, accessori e make-up che porta il suo stesso nome, anche Valentina ha deciso di intraprendere la strada dell’imprenditoria, divenendo fondatrice è testimonial del suo Valentina Ferragni Studio, incentrato perlopiù sulla produzione e vendita di gioielli. Classe ed eleganza sono il suo marchio di fabbrica, tant’è che i suoi accessori sono iper richiesti e riconoscibili in tutto il nostro Paese.
Ma l’apporto di Valentina nel mondo della moda non è finito qui: recentemente, infatti, la ragazza ha realizzato una sua capsule collection di moda beachwear in collaborazione con il noto brand Reina Olga, creando non poca aspettativa in tutte le persone che la seguono assiduamente da anni. Tuttavia, da quando è uscita la sua linea qualche settimana fa, non sono mancate anche le critiche sotto numerosi aspetti…
Valentina Ferragni, tutto sulla sua linea beachwear
La collezione di Valentina per Reina Olga consiste in quattro bikini in edizione limitata, tutti acquistabili sul sito del brand. Forme sensuali e colori pastello sono senza ombra di dubbio gli elementi portanti della sua linea, tuttavia, la bellezza dei modelli non è bastata a tutti per muovere critiche di grande portata…
Partiamo, prima di tutto, col mostrarvi i modelli dell’immagine e parlarvene un po’: tutti gli slip presentano un taglio brasiliano, super comodo e relativamente coprente, declinati in diverse tipologie, tra colori pastello e pattern animalier. A ricorrere più e più volte, sia su questi ultimi sia sui bikini è l’elemento UALI, simbolo inconfondibile del brand Valentina Ferragni Studio.
Per quanto concerne, invece, la parte superiore dei costumi, Valentina ha proposto diverse alternative in base ai gusti e le preferenze di ciascuno: il modello Corset (in alto a sinistra) presenta due fasce, una l’altezza del seno e una sulla pancia, che lo rendono simile ad un costume intero, dunque perfetto per chi ama questa tipologia.Il Racehors (in basso a sinistra) invece, presenta uno scollo all’americana, ma senza sacrificare comodità e regolarità.Il modello Ginny (in alto a destra), oltre ad essere quello più classico in assoluto, è presente sul sito in ben 8 diverse colorazioni: se, invece, preferite una soluzione un po’ più strong, orientatevi sul Brigitte, incentrato sulle fantasie.
Le criticità secondo il web
Ma veniamo alle criticità mosse da più utenti sul web: in primo luogo, come spesso accade, l’accessibilità dal punto di vista economico.
Tutti questi costumi, infatti, oscillano tra i 155 e i 185 euro, che non sempre risultano abbordabili per chiunque: considerata, però, la qualità sartoriale dei modelli, ci sarebbe poco da lamentarsi in tal senso. La vera polemica è nata attorno al concetto di inclusività che, secondo diversi utenti sul web, non sarebbe stato rispettato in tutto e per tutto. Questo perché, a primo impatto, i modelli di Valentina sembrano essere realizzati per donne estremamente esili e, soprattutto, con poco seno.
A fronte di questa ondata di commenti negativi, la Ferragni ha voluto rispondere con estrema precisione: infatti, non solo i costumi sarebbero stati realizzati in taglia unica per adattarsi a qualsiasi tipologia di fisico, ma anche la stessa modella protagonista degli scatti di campagna, con una quarta di seno, ha dimostrato di riuscire ad indossarli senza troppi sforzi.
E voi che ne pensate?