Una nuova piattaforma di e-commerce nel giro di poco tempo sta spodestando il famigerato colosso dell’ultra fast fashion SHEIN; attraverso un’accattivante strategia di marketing molto simile a quest’ultima e dei prezzi ancora più bassi, questo nuovo progetto di shopping online sta diventando celermente l’app più scaricata negli Stati Uniti (tanto da superare anche Amazon e Walmart).
Stiamo parlando di Temù, un’applicazione lanciata a settembre 2022 nel mercato statunitense che, solo dopo 15 giorni dopo la sua pubblicazione ufficiale era già in cima alle classifiche.
Il motivo della sua fama, è da associare primariamente al fatto che, nonostante non si tratti di nulla di nuovo rispetto a piattaforme già esistenti, la nuova piattaforma decide di integrare più servizi all’interno della stessa, al fine di soddisfare quasi a 360 gradi l’esperienza d’acquisto del proprio consumatore.
Infatti, a differenza di Shein, la cui specializzazione è più incentrata sulla fornitura d’abbigliamento, Temù si propone di offrire numerosissime categorie di prodotti al suo interno, spaziando dunque tra vestiti, utensili da cucina, elettronica, animali domestici e tanto altro ancora.
Ma non è solo questo. Su Temù ogni prodotto è incredibilmente più economico rispetto ad una qualunque altra piattaforma di shopping online, i suoi servizi di spedizione sono anch’essi economici o addirittura spesso gratuiti, il reso estremamente facile e protratto nel tempo, e vi è anche uno sconto sul primo articolo.
Tutti tentativi volti al soddisfacimento del cliente stesso ed alla sua fidelizzazione. L’obiettivo primario è quello di fare in modo infatti che una volta che il cliente si renda conto delle “vantaggiose” offerte presentate dalla piattaforma, difficilmente ne usciranno o torneranno in un secondo momento ad utilizzare altre piattaforme d’acquisto.
Ma davvero avevamo bisogno dell’ennesima app dall’acquisto facile e di roba di pessima qualità? Cosa c’è davvero dietro Temù?
Il nome dell’app Temu, deriva da “Team Up, Price Down”, che letteralmente significa “fare squadra, abbassare il prezzo”. Infatti lo scopo della piattaforma, è quello di consentire ai suoi utenti di spaziare tra diverse dodici categorie di prodotti differenti tra loro a prezzi scontatissimi, tant’è che in media l’offerta di moda di Temù costa il 25% in meno rispetto a quella di Shein.
Pertanto, capiamo bene che se già Shein era in netto contrasto con il concetto di mercato equo e solidale e di moda responsabile e talvolta preso di mira proprio per questo, con Temù la situazione non cambia, anzi.
Prima di cadere nella trappola dell’acquisto super facile, bisognerebbe porre sul piatto della bilancia la propria insaziabile voglia di consumo -incentivata dalle tanto irresistibili strategie di prezzo- e ciò che c’è ma non si vede, o almeno non si vuole vedere.
L’utilizzo sfrenato di materie prime e fonti non rinnovabili, l’elevatissimo livello di inquinamento generato dalla produzione continua, dipendenti sottopagati e a rischio, capi prodotti con materiale tossico, e quant’altro.
Si tratta dunque proprio di prendere una posizione: comprare ed essere consapevoli di contribuire a distruggere il Pianeta o, effettuare al contrario una scelta meditata e responsabile, spostando le proprie preferenze altrove.
Non a caso, nei temporary shop di Shein a Torino di qualche giorno fa, insieme alle lunghe file di clienti affrettate di accedere al punto vendita, vi sono state anche delle incursioni da parte di attivisti per l’ambiente.
“Dov’è quello che non vediamo?”
Shein infatti, dopo il temporary shop aperto a Milano (in cui già il riscontro da parte di attivisti si era fatto sentire), anche a Torino, ha deciso di aprire un pop store per ben cinque giorni, che di fatto è stato trasformato in un piccolo evento “social friendly” piacevole alla vista ed instagrammabile, in grado così di attrarre ulteriormente file infinite di consumatori al suo interno. Ma insieme ad essi, anche alcuni attivisti per l’ambiente hanno infatti irruzione all’interno del negozio, affiggendo e distribuendo dei volantini contro le modalità di lavoro dell’azienda cinese, colosso dell’ultra-fast fashion, al fine di sensibilizzare la clientela.