Nuovo allarme per la presenza di Lilial (Buthylfenil Methylpropional) nei cosmetici, una sostanza che è vietata da oltre due anni ma che continua ad essere presente in alcuni prodotti facilmente acquistabili nei supermercati, come avviene nel caso del ritiro di qui parliamo oggi.
Il Lilial è una fragranza classificata da tempo come genotossica e – come tale – vietata come ingrediente nei cosmetici dallo scorso mese di marzo 2022 (con il nome INCI di Buthylfenil Methylpropional o BMHCA).
Alla luce di quanto sopra, non stupisce che stiano proseguendo i ritiri comunitari dei prodotti che la contengono che, a quanto pare, non sono certamente pochi.
Di fatti, dopo i ritiri della Crema solare viso & corpo Bilboa, del gel doccia Vetyver Malizia Uomo e di un body lotion Nivea, è ora la volta di tre lotti del bagno doccia Neutro Roberts Cremoso con latte idratante e burro di Karitè.
I lotti ritirati
Stando a quanto precisa la notifica inviata dall’Italia al sistema di allerta rapido europeo, Rapex, i lotti coinvolti sono quelli contrassegnati dai numeri 08981, 10911 e 16991. Il motivo del ritiro è quanto già anticipato: la presenza del BMHCA (Lilial) al loro interno, potenzialmente in grado di nuocere al sistema riproduttivo e alla salute del feto, oltre che in grado di determinare sensibilizzazione cutanea.
Più nel dettaglio, la sostanza incriminata al centro delle critiche è il 2-(4-terz-butilbenzil) propionaldeide, posto al bando da più di un anno perché si ritiene che non si possa escludere la sua genotossicità. Di qui, la decisione del Regolamento (UE) 2021/1902 che ha vietato l’utilizzo del del BMHCA – Buthylfenil Methylprpional nei prodotti cosmetici come profumi, shampoo, saponi, creme per il corpo, latti detergenti, oltre che in alcuni prodotti per l’igiene della casa come i detersivi.
Perché molti prodotti in vendita continuano ad avere il Lilial
Ci si può dunque domandare per quale motivo il Lilial – vietato dal marzo 2022 – continui ad essere utilizzato nelle formulazioni cosmetiche. La ragione è abbastanza semplice: ai produttori è stata concessa la possibilità di vendere le rimanenze fino al 1° marzo 2023, dopodiché non potevano essere più ceduti al consumatore le soluzioni contenenti questa fragranza genotossica.
La scadenza non è però stata rispettata e probabilmente la causa di queste incertezze è il fatto che il Regolamento europeo di cui sopra non prevede alcun obbligo per le aziende produttrici di ritirare le confezioni del prodotto vendute prima del 1° marzo 2022.
Se fosse realmente così, a chi spetta allora il controllo? È onere del punto vendita?
In attesa che qualcuno faccia luce, ai consumatori non rimane altro che l’impressione di essere, ancora una volta, al centro di un ribalzo di responsabilità.