La stagione fredda sembra non voler arrivare in buna parte d’Italia e, di conseguenza, i vestiti invernali rimangono in abbondante giacenza negli scaffali dei negozi.
A lanciare l’allarme è Fismo-Confesercenti, la Federazione italiana del settore moda, secondo cui l’autunno anomalo, con temperature quasi primaverili, sta pesando in maniera significativa sugli acquisti di abbigliamento invernale, che stanno facendo segnare cali con punte del 20%.
Certo, non è il solo clima ad essere imputato come responsabile per questo tipo di deterioramento commerciale, considerato che l’inflazione sta esercitando tutta la sua influenza. Dinanzi a questo scenario, i negozianti stanno valutando di richiedere e ottenere uno spostamento dei saldi invernali alla prima settimana di febbraio per avere tempo sufficiente a recuperare le vendite perdute…
La richiesta di spostamento dei saldi
Per muoversi in questa direzione Fismo-Confesercenti ha inviato una lettera al Presidente della Conferenza Stato-Regioni Massimiliano Fedriga per domandare lo spostamento dei saldi invernali alla prima settimana di febbraio citando “le condizioni climatiche anomale, con temperature medie più alte del normale” come elemento che ha condizionato negativamente il lancio delle collezioni invernali.
“Le vendite di capi, calzature e accessori autunno-inverno sono in netto calo in tutti i territori, con punte fino al -20% rispetto allo scorso anno”, spiega il residente di Fismo, Campobasso, sottolineando poi che con gli acquisti già frenati dal caro-vita, che restringe il budget dedicato dalle famiglie all’abbigliamento, il cambiamento climatico ha aggiunto un nuovo elemento di criticità per i negozi di moda.
Spostare i saldi invernali permetterebbe dunque di dare modo alle imprese di recuperare parte dei profitti, nella consapevolezza che con i saldi fissati ad inizio gennaio non ci sarebbe tempo sufficiente per commercializzare le merci a prezzo pieno.
Non solo. Secondo Fismo Confesercenti lo spostamento dei saldi invernali potrebbe diventare una misura strutturale. “Le vendite di fine stagione, sia quelle invernali che quelle estive, solo se vengono svolte nel “giusto periodo” rappresentano un’occasione di grande interesse economico, non solo per i consumatori, ma anche per gli operatori commerciali. Ma attualmente hanno inizio in periodi eccessivamente precoci rispetto al “fine stagione” reale, una sfasatura sempre più evidente a causa del cambiamento climatico” – ha aggiunto Campobasso.
Un modo per contrastare l’e-commerce
Secondo Confesercenti, peraltro, il lancio dei saldi in un momento sbagliato sfavorisce soprattutto i negozi di vicinato rispetto alla grande distribuzione e, soprattutto, alle piattaforme di commercio elettronico, le quali possono invece contare su economie di scala che consentono loro di vendere a prezzi molto competitivi.
Insomma, per i negozi di moda, abbigliamento e calzature ilo scenario è sempre più complesso, tant’è che non solo chiudono con eccessiva frequenza ma, oramai, nemmeno aprono più: secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, infatti, nel 2023 dovrebbero registrare solo 2.167 iscrizioni di nuove attività, oltre 3.300 in meno rispetto a dieci anni fa.