Se stai pensando di farti un piercing, è bene che tu sia al corrente delle conseguenze a cui potresti andare incontro.
L’abitudine di praticare fori (noti come piercing) su alcune parti del corpo per ornarle con gioielli di vario materiale ha radici molto antiche e può assumere vari significati che vanno da quello religioso a quello di appartenenza ad una determinata subcultura. Nel tempo si sono affermate varie mode al riguardo, come quella cosiddetta dei “piercing a costellazione” ovvero gli orecchini multipli all’orecchio come quelli che vediamo nell’immagine qui sopra.
Come per i tatuaggi, che vanno effettuati in studi professionali e necessitano di massima cura ed attenzione in base alle indicazioni fornite dal tatuatore o anche dal medico, così anche i piercing richiedono una certa accortezza. Prima di farne uno, è meglio essere consapevoli dei possibili rischi che non vanno sottovalutati.
Piercing, cosa dicono i dermatologi: prima di farlo devi assolutamente sapere questo
L’errore che alcuni commettono è quello di non pensare che un piercing può in qualche caso essere percepito dal corpo come una ferita e ciò ha inevitabilmente delle ripercussioni sulla salute. Possono infatti formarsi dei cheloidi, cioè delle cicatrici causate da una eccessiva produzione di tessuto cicatriziale. Lo spiega il dermatologo Dendy Engelman: di colore rosso o rosa, i cheloidi possono portare prurito o dolore.
Tre dermatologi hanno spiegato al sito WELL + GOOD tutto ciò che bisogna sapere su queste cicatrici. Tutte le lesioni che il corpo subisce, dallo schiacciamento di un brufolo al piercing, appunto, danneggiano il collagene. Ma tutti gli individui hanno la stessa probabilità di essere soggetti alla formazione di cheloidi?
La dottoressa Marisa Garshick, assistente professore di dermatologia al Weill Cornell Medical Center, spiega che dipenderebbe dalla genetica: “Sebbene non sia completamente noto il motivo, è più probabile che i cheloidi si manifestino in quelli con la pelle più scura, con studi che dimostrano che i cheloidi sono più comunemente osservati in individui di discendenza africana e asiatica, così come quelli di discendenza ispanica e mediterranea”.
Riguardo all’eliminazione di questo tipo di cicatrici, bisogna chiarire innanzitutto che la loro cura non è un processo semplice. Di solito il loro trattamento consiste in “iniezioni intralesionali, utilizzando triamcinolone intralesionale, un tipo di steroide”, spiega il dottor Garshick. In alternativa, ci sono iniezioni intralesionali appartenenti al tipo di chemioterapia chiamato 5-fluorouracile, oppure dei gel di silicone come Biocorneum o Silagen o dei fogli di silicone come Scarguard.
Sconsigliato invece l’intervento chirurgico perché tale opzione aumenterebbe il rischio che il cheloide si ripresenti e anche in forma più grave. Se proprio si decide per un’operazione, “è importante trattare con radiazioni o iniezioni di steroidi immediatamente dopo l’intervento chirurgico”, raccomanda Garshick.
Rebecca Marcus, creatrice del marchio MAEI MD, sottolinea l’importanza di curare bene la pelle dopo un piercing e di proteggere adeguatamente la ferita dal sole. L’esperta ricorda inoltre che per curare i cheloidi è sempre meglio darsi da fare nelle prime fasi della loro comparsa.