Johnson & Johnson è stata condannata a pagare un risarcimento di 72 milioni di euro alla famiglia di una donna di 62 anni morta, negli USA, per un cancro alle ovaie che si presume sia stato derivato dall’uso prolungato del talco.
La notizia, ampiamente diffusa anche sui media italiani, ha avuto come effetto quello di alimentare ulteriori sospetti sulle caratteristiche del talco, una sostanza su cui da tempo si accumulano le indagini e le critiche da parte di una serie di associazioni dei consumatori.
Che il talco sia da tempo finito nel mirino, non è una novità. Nel 2006, ad esempio, l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) aveva classificato le polveri per il corpo a base di talco come possibili cancerogeni per l’uomo, insieme a 248 sostanze.
Nel 2010, uno studio apparso sulla rivista americana Cancer Epidemiology Biomarkers & Prevention aveva invece ipotizzato una connessione tra il tumore all’endometrio e l’uso sistemico del talco, sulle parti intime. Si tratta di ipotesi, non certe, che però hanno avuto come effetto quello di generare molto clamore mediatico, e un’ombra persistente sulle qualità del talco.
Il talco fa davvero male?
Le ipotesi, ribadiamo, non sono per il momento accompagnate da dati certi e, anzi, non mancano gli specialisti che invitano alla cautela.
Per esempio, il dermatologo Leonardo Celleno, che anche direttore del Centro di ricerche cosmetologiche dell’Università Cattolica di Roma, si è detto perplesso sulla possibilità che effettivamente l’uso del talco possa aver determinato un cancro alle ovaie, dichiarando che “il rischio da contatto non è verosimile”, poiché “una sostanza eventualmente pericolosa dovrebbe comunque entrare nel circolo sanguigno e poi andare ad accumularsi in un organo per favorire lo sviluppo di un tumore”.
Insomma, come a dire che prima di incriminare il talco sarebbe bene attendere altri studi ad ampio raggio che possano accertare o meno la sua pericolosità.
Cos’è davvero il talco
Ma che cos’è davvero il talco? Con questo nome ci si riferisce a un minerale, un silicato di magnesio bianco e inodore, che si conserva bene nel tempo. A spaventare i consumatori è il fatto che al suo interno potrebbero nascondersi tracce di amianto, causa di asbestosi e altre gravi patologie.
Occorre però dire che in Europa il talco (e i prodotti come il borotalco, mix di talco e acido borico) è controllato e tracciato e che dagli anni ’70 tutti i prodotti a base di talco devono essere per legge privi di amianto.
Se utilizzato coerentemente, in cosmetica il talco è utile per una lunga serie di approcci in fase di depilazione, come sostituto dello shampoo secco, per profumare la pelle e per dare un effetto opacizzante.
In ogni caso, è bene evitare di usarlo tutti i giorni per l’igiene quotidiana, riservandolo ogni tanto dopo il bagno o come rimedio al posto dello shampoo secco o per la depilazione. È inoltre consigliabile evitare sui genitali o sotto le ascelle, così come troppo spesso per l’igiene dei bebè…