Nel vorticoso mondo della moda, dove le tendenze si susseguono con la rapidità dei battiti del cuore, spiccano due iniziative coraggiose che si ergono al di sopra della frenesia delle passerelle.
Paola Pellino, meglio conosciuta come la Guardarobiera, e le brillanti menti creative di Elena e Sara di Atelier Riforma, entrambe radicate nella vivace città di Torino, ci conducono attraverso un viaggio affascinante nel mondo della moda sostenibile, offrendoci un’esperienza che va ben oltre il semplice atto di indossare abiti ed introducendoci a pratiche che fondono l’arte, la sostenibilità e la consapevolezza in un connubio unico ma che al contempo dimostrano come la sostenibilità possa essere più semplice di quanto si possa pensare.
Torino, con la sua storia ricca e la sua vivace scena culturale, diventa il palcoscenico perfetto per queste innovazioni. È qui che la moda sostenibile non è solo una risposta alle esigenze del pianeta, ma si evolve in un’esperienza che abbraccia l’impegno verso una moda che va oltre l’effimero delle tendenze, aprendo le porte a un futuro in cui ogni capo racconti una storia di amore, cura e rinascita.
Quello che rende queste iniziative ancora più straordinarie è la loro essenziale semplicità. Gesti modesti che portano a trasformazioni straordinarie. Queste iniziative ci mostrano che la moda sostenibile non richiede necessariamente un impegno titanico, ma può essere abbracciata da ognuno di noi con piccoli gesti quotidiani. L’obiettivo non è infatti solo quello di ridurre gli sprechi, ma trasformare il modo in cui percepiamo e interagiamo con il nostro guardaroba, facendo emergere la bellezza dalla semplicità e riscrivendo le storie dei nostri vestiti in modo unico e personale.
Moda sostenibile: gesti semplici, trasformazioni straordinarie – l’ispirante impatto del rammendo visibile e dell’upcycling
Entrambe queste straordinarie iniziative ci sfidano così a considerare il valore intrinseco di ogni capo, trasformando il modo in cui percepiamo la moda da mera espressione estetica a un mezzo di comunicazione più profondo, invitandoci a rallentare, a contemplare e a riscoprire il significato intrinseco di ogni pezzo del nostro guardaroba.
La rinascita del guardaroba con il rammendo visibile di Paola Pellino, in arte “La Guardarobiera”
Imbattendoci in un universo dove i capi di abbigliamento spesso subiscono un destino prematuro, Paola Pellino ci svela un mantra rivoluzionario: “Loved clothes last“, i capi amati durano, proprio come le relazioni significative. Il rammendo visibile, noto anche come visible mending, diventa il medium attraverso cui Paola trasforma i difetti dei vestiti in dettagli esclusivi e avvincenti. I buchi e le lacerazioni, invece di essere segni di declino, diventano punti focali di bellezza. Ogni cucitura, ogni punto, diventa così parte di una narrazione che dà vita a un capo unico, impossibile da replicare. Il capo, in questo modo, si libera dall’ombra dell’obsolescenza, abbracciando una nuova vita irripetibile.
In un contesto dove le attività manuali sono sempre più sostituite da schermi e tastiere, la Guardarobiera ci invita pertanto a riscoprire il potere terapeutico del tocco e della manualità. Rammendare non è infatti solo una pratica per preservare i nostri capi, ma anche un modo per riconnettersi con il tessuto della vita quotidiana. È un’opportunità per immergersi nei dettagli, per sentire la consistenza dei tessuti, e per creare un legame tangibile tra noi stessi e ciò che indossiamo.
L’upcycling rivoluzionario di Elena e Sara di Atelier Riforma
Anche Elena Ferrero e Sara Secondo di Atelier Riforma hanno scosso le fondamenta dell’industria dell’abbigliamento con la creazione del primo e-commerce italiano dedicato all’upcycling. Ciò che potrebbe sembrare un negozio online diventa, in realtà, un luogo in cui capi dimenticati e indesiderati subiscono una trasformazione epica.
Contrariamente alla cultura dell’ “usa e getta”, in questo atelier, gli indumenti con piccoli difetti non sono destinati alla dimenticanza, bensì trasformati in capolavori indossabili. E questo approccio non si limita a ridurre l’impatto ambientale della moda, ma dimostra che la bellezza autentica può emergere dalla trasformazione e dalla rinascita. Ogni pezzo diventa dunque una testimonianza del potere trasformativo dell’upcycling, sfidando l’obsolescenza programmata e celebrando la continua evoluzione dell’estetica e della funzionalità. Elena e Sara hanno creato un rifugio dove la bellezza non è standardizzata, ma ricavata dalla singolarità di ogni pezzo. È una dichiarazione audace di resistenza contro l’omologazione dilagante nell’industria della moda.