Sei sicuro che i cibi inseriti nella tua dieta ti facciano davvero bene? Potresti trovarti a fare i conti con brutte sorprese!
Quando ci mettiamo a dieta, sembra che ogni decisione diventi una sfida, come se fossimo catapultati in un labirinto in cui non sappiamo cosa mangiare. Chi non ha mai sentito l’amica giurare che saltare i pasti è la chiave per dimagrire velocemente? Oppure che mangiare solo insalate ti porterà al peso forma in un lampo? La realtà, però, è ben diversa. Molte delle abitudini che ci sembrano salutari non lo sono affatto. E alcuni cibi che crediamo essere nostri alleati nella lotta contro i chili in più, nascondono in realtà delle insidie.
Uno di questi alimenti è la fesa di tacchino. Quanti di noi l’hanno inclusa nella propria dieta pensando di fare la scelta giusta? Magra, pratica e apparentemente “sana”, la fesa di tacchino sembra perfetta. Ma siamo davvero sicuri che sia così benefica come crediamo? Se da un lato sembra la soluzione ideale per chi vuole mantenersi in forma, dall’altro nasconde alcune sorprese che vale la pena considerare.
Fesa di tacchino: ecco tutto quello che devi considerare
Uno dei grandi nemici nascosti nella fesa di tacchino confezionata è la quantità di additivi e conservanti. Come tutti i prodotti lavorati, anche la fesa di tacchino deve mantenere il suo aspetto fresco il più a lungo possibile. Per questo motivo, viene trattata con sostanze chimiche come i nitriti e i nitrati che, non solo aiutano a preservare il colore e a prolungare la vita sugli scaffali, ma sono anche associati ad alcuni rischi per la salute. Certo, non significa che una fetta di fesa di tacchino ti porterà immediatamente problemi, ma il consumo frequente di prodotti pieni di conservanti non è esattamente il meglio per il nostro organismo.
Un altro grande problema legato alla fesa di tacchino è la provenienza. La maggior parte del tacchino che troviamo in commercio proviene da allevamenti intensivi, dove gli animali vivono in condizioni che lasciano molto a desiderare, sia dal punto di vista etico che sanitario. Al di là del discorso etico sugli animali, i tacchini sono spesso sottoposti a diete cariche di antibiotici e ormoni per accelerare la crescita e aumentare la produzione.
Gli antibiotici così utilizzati possono contribuire alla nostra resistenza antibiotica, un bel problema che potrebbe compromettere la nostra risposta ai farmaci quando ne abbiamo davvero bisogno. Non solo, gli ormoni somministrati agli animali possono interferire con il nostro equilibrio ormonale, causandoci scompensi metabolici.
Ultimo ma non per importanza, uno degli aspetti da considerare è la qualità nutrizionale. Spesso consideriamo questo alimento un’opzione sana e leggera, ma dimentichiamo che essendo un prodotto ultra processato, perde gran parte del suo valore nutritivo. Certo, la fesa di tacchino è magra e ricca di proteine, ma è anche piena di sale. E non stiamo parlando di un pizzico: la quantità di sodio contenuta nelle versioni confezionate è spesso molto elevata, il che può contribuire all’aumento della pressione sanguigna.
Detto questo, non è necessario eliminare completamente la fesa di tacchino dalla nostra dieta. Ma è importante essere consapevoli di quello che stiamo mangiando. Scegliere con attenzione, magari preferendo versioni fresche o provenienti da allevamenti più sostenibili, può fare la differenza.