Creata dalla ginecologa Sara Gottfried, la dieta ripristina ormoni è un regime alimentare nato con l’obiettivo di ripristinare gli ormoni metabolici per favorire la perdita di peso.
Il programma ha una durata di 21 giorni ed è essenzialmente una dieta ad eliminazione che prevede l’esclusione di carne, alcol, frutta, cereali e latticini nel tentativo di correggere gli squilibri ormonali. Secondo la sua ideatrice, la dieta ripristina ormoni promette di far perdere 15 chili in soli 21 giorni, risultando così un regime alimentare di impatto molto drastico.
Proprio per questo motivo non mancano certamente gli scettici: una dieta così drastica potrebbe infatti non solamente determinare degli squilibri nel brevissimo tempo, quanto anche permettere al peso perso di essere probabilmente riacquistato.
Inoltre, sebbene l’attenzione sia rivolta al consumo di alimenti sani, come verdure e proteine, questo programma dietetico è troppo povero di calorie per la maggior parte delle persone e probabilmente determinerà una costante sensazione di fame.
Dunque, siamo davanti a una dieta da cui stare alla larga? Proviamo a conoscerla un po’ meglio!
Cosa mangiare nella dieta ripristina ormoni
Iniziamo subito con il condividere che i principali alimenti da consumare durante la dieta ripristina ormoni sono principalmente i cibi integrali, ad eccezione dei gruppi di alimenti che vengono eliminati durante ogni fase specifica. Gli alimenti che la dieta include (ed esclude) e le fasi della dieta sono determinati dai risultati di un questionario che sostiene di determinare quali squilibri ormonali potresti avere.
Per quanto concerne ad esempio le verdure, viene indicato di mangiare almeno mezzo chilo di verdure al giorno, scegliendo alimenti meno amidacei e ricchi di fibre per rimanere al di sotto dei 99 grammi di carboidrati richiesti dal regime. Bene dunque inserire nella propria dieta asparagi, verdure a foglia, zucchine, funghi, peperoni.
Molta attenzione dovrà essere riposta alle uova e al pollame non biologici, che secondo la dieta contengono tossine che contribuiscono allo squilibrio ormonale. Il pesce deve essere pescato in natura, poiché per la dieta contiene meno tossine che interferiscono con l’equilibrio ormonale.
Passiamo poi ai dolcificanti di origine vegetale, che sono ritenuti più naturali di quelli artificiali, come stevia, eritritolo, xilitolo.
Cosa non si può mangiare
Chiarito cosa si può mangiare, possiamo fare anche un passo in avanti per capire quali sono gli alimenti che questa dieta ritiene di eliminare in momenti specifici o per individui specifici, a seconda dei loro presunti effetti sugli ormoni, determinati da un questionario.
L’eliminazione della carne, secondo la dieta, è in grado di ripristinare i livelli di estrogeni. Secondo la dieta, essere estrogeno dominante ti impedisce di perdere peso. La dieta si riferisce a tutta la carne rossa come manzo, cinghiale, e così via.
Anche l’alcol viene eliminato nella dieta di reset ormonale perché il consumo cronico è stato collegato a un aumento dei livelli di estrogeni. Dunque, vengono messi al bando birra, vino, liquori.
Secondo Gottfried, poi, lo zucchero crea dipendenza e porta alla resistenza all’insulina, causando un aumento di peso. Insomma, meglio eliminarlo ed eliminare con lui tutti gli alimenti con zuccheri aggiunti (caramelle, dessert, cioccolato), succhi di frutta e dolcificanti artificiali, che sono considerati tossici e in grado di creare dipendenza. Al loro posto si può preferire la stevia (un dolcificante di origine naturale), così come lo xilitolo e l’eritritolo (due alcoli dello zucchero).
E la frutta? Per la dieta, il consumo di frutta interferisce con la leptina, un ormone che aiuta a controllare l’appetito. La ricercatrice sostiene che questa alterazione della leptina è dovuta all’eccesso di fruttosio, lo zucchero presente nella frutta. La dieta invita dunque a riconsiderare il consumo di frutta, poiché influisce negativamente sull’appetito e sul metabolismo, causando fame e aumento di peso. La frutta non è dunque consentita, ad eccezione dell’avocado e del limone.
Passando poi alla caffeina, per la dieta contribuisce a aumentare i livelli di cortisolo, un ormone dello stress che interferisce con la perdita di peso e la qualità del sonno. Nella dieta ripristina ormoni viene dunque eliminata.
Ad essere eliminati sono anche i cereali. Perché? Sempre secondo la ricercatrice, influenzano l’ormone tiroideo e causano la resistenza all’insulina. I cereali vengono dunque eliminati per risolvere gonfiore, stanchezza e diradamento dei capelli. Ne deriva che nella dieta non c’è spazio nemmeno per avena, riso, grano, e così via
Giungiamo poi ai latticini, che per la dieta sono in grado di determinare uno squilibrio e aggiungere ormoni della crescita indesiderati. Pertanto, anche in questo caso, vengono eliminati.
Come seguire la dieta di ripristino ormonale
Il programma di 21 giorni è simile a una dieta ad eliminazione, considerato che esclude specifici alimenti che si ritiene causino squilibri ormonali. Per la ricercatrice, la maggior parte delle donne presenta almeno uno, se non tre o più, squilibri ormonali significativi. Il piano dietetico sostiene di risolvere questi squilibri eliminando carne, alcol, frutta, cereali e latticini.
Attenzione, però. Non esistono infatti prove scientifiche a sostegno delle affermazioni della dieta Hormone Reset, o ripristina ormoni, e dunque il nostro suggerimento non può che essere quello di parlarne con il proprio medico di riferimento.
I contro della dieta ripristina ormoni
Purtroppo, però, son sicuramente di più i punti di svantaggio che questo regime alimentare porta in dote.
In primo luogo, si tratta di un regime alimentare che elimina i gruppi di alimenti sani come la frutta e i cereali integrali. Si tratta altresì di una dieta particolarmente costosa, considerato che gli alimenti da ingerire devono essere principalmente biologici.
Oltre a ciò, la dieta richiede di evitare alcuni additivi alimentari, restrizioni che, unite all’eliminazione di molti alimenti, possono rendere la dieta troppo restrittiva per molte persone. La dieta non raccomanda gli alimenti prodotti attraverso la modificazione genetica (OGM), alimentando così un argomento molto controverso.
Tra gli altri punti che meritano attenzione citiamo anche il fatto che si tratta di un regime eccessivamente restrittivo, che può supportare la creazione di modelli alimentari disordinati e possono causare carenze di nutrienti: I latticini, i cereali e la frutta sono alimenti sani che però questo regime alimentare tende a cancellare, rendendo molto difficile raggiungere la quantità giornaliera raccomandata di calcio, vitamina D e fibre.
Non ultimi, il fatto che manchino prove cliniche solide a sostegno delle affermazioni della dieta e che non ci sono prove scientifiche che una dieta ad eliminazione che tende a cancellare gli alimenti dal proprio piano alimentare in un certo ordine possa resettare effettivamente gli ormoni.
Infine, si tratta di una dieta che promette una perdita di peso irrealistica e comunque non sostenibile: aspettarsi di perdere fino a 15 chili in 21 giorni durante questa dieta è infatti pericoloso e non in grado di mantenere i risultati nel lungo termine.
Insomma, come sempre abbiamo il piacere di fare quando si tratta di diete, è sempre meglio ricorrere alla consulenza del proprio medico di riferimento, evitando di abbracciare con il fai-da-te.