È ben noto ormai a tutti che il fascino di un accessorio indossato da una celebrità può trasformare un marchio quasi all’istante, conferendogli un’aura di prestigio e successo. È esattamente ciò che è accaduto alle giovani imprenditrici Sidney Neuhaus e Jessica Warch, fondatrici del marchio di alta gioielleria Kimaï con sede a Londra, che hanno registrato un’incredibile crescita nel giro di soli due mesi grazie all’endorsement di Meghan Markle, l’ex Duchessa di Sussex.
Nel 2019, l’evento che ha segnato un punto di svolta fondamentale è stato quando Meghan Markle ha scelto personalmente di adornare i suoi lobi con un paio di orecchini cingolati Felicity durante una visita all’associazione Smart Works. Questa organizzazione no-profit si impegna con dedizione ad assistere le donne in difficoltà, fornendo loro non solo competenze professionali ma anche l’abbigliamento adatto per favorire la loro integrazione nel mondo del lavoro. Esaminando attentamente il loro design, questi orecchini, rinominati con orgoglio dal marchio, sono distinti per tre ciondoli a forma di occhio, elegantemente confezionati in oro giallo 18 carati e incastonati con 26 diamanti taglio brillante, il cui peso totale ammonta a 0,24 carati, ed il loro prezzo si attesta a 995 sterline -corrispondenti a oltre 1.160 euro– confermando così il loro status di gioielli di lusso senza eguali.
Ma quale misterioso fascino ha spinto Meghan Markle a scegliere i gioielli di Kimaï, scatenando così una tempesta di vendite senza precedenti?
Il segreto dietro l’inarrestabile ascesa del brand di gioielli Kimaï
Tradizionalmente, il percorso di un diamante dalla sua estrazione fino alla creazione di un gioiello è opaco e complesso, con molteplici intermediari coinvolti e una mancanza di trasparenza sulla provenienza e sulle pratiche di estrazione. Tuttavia, Kimaï ha abbracciato una filosofia diversa, impegnandosi a fornire una tracciabilità completa per ogni diamante utilizzato nelle loro creazioni e senza ombra di dubbio questo offre ai clienti una rassicurante certezza riguardo all’intero processo di produzione, distinguendo nettamente il marchio nel panorama della gioielleria di lusso.
Ma quali sono esattamente i diamanti “falsi” che hanno catturato l’attenzione del mondo? Si tratta di diamanti sintetici, prodotti in laboratorio attraverso processi avanzati che replicano le condizioni naturali in cui si formano i diamanti autentici. Queste gemme, nonostante siano fisicamente e chimicamente identiche ai loro omologhi estratti dalla terra, offrono una serie di vantaggi significativi. Innanzitutto, consentono un processo di produzione più sostenibile, eliminando la necessità di estrarre grandi quantità di terra e roccia, e riducendo l’impatto ambientale. In secondo luogo, offrono una maggiore trasparenza e controllo sulla catena di approvvigionamento, consentendo a Kimaï di garantire che i diamanti utilizzati siano privi di conflitti e provenienti da fonti etiche, un aspetto sempre più importante per i consumatori attenti all’etica alla ricerca di marchi che coniughino l’eccellenza del design con un’impronta ambientale e sociale positiva.