Quando acquistiamo il nostro abbigliamento è buona norma valutarne anche la composizione dei tessuti per comprenderne la qualità. Tra i tessuti maggiormente utilizzati oggi c’è il poliestere, ed è bene caprine quali sono i vantaggi e quali invece gli svantaggi.
Prova ad aprire il tuo armadio e guardare le etichette dei tuoi abiti. Noterai subito come la maggior parte di essi sia composto, almeno in parte, dal poliestere. Questo materiale è una fibra sintetica derivante dal petrolio e il suo uso nell’abbigliamento è in continuo aumento. Si stima infatti che addirittura ogni anno cresca nell’utilizzo del 5%. Oggi si parla anche di diverse tipologie di poliestere, ma quali vantaggi ci sono nel suo utilizzo? Cerchiamo di fare chiarezza.
Le caratteristiche principali del poliestere sono la resistenza, l’elasticità e l’idrorepellenza e il suo uso nell’abbigliamento risale a circa 70 anni fa, quando fu utilizzato per la prima volta dal marchio inglese Terylene. Oggi se ne fa un largo uso ma questa fibra è in grado di avere le stesse peculiarità di una fibra naturale come cotone, lino o lana? E’ veramente da preferire o gli svantaggi superano le qualità?
Poliestere vs tessuti naturali: vantaggi e svantaggi
Il poliestere è una delle fibre più utilizzate nel settore del tessile. Possiamo trovarlo da solo o insieme ad altre fibre tessili sia sintetiche che naturali. Si tratta di una fibra potenzialmente versatile, infatti proprio grazie alle sue origini, con il tempo, è stato migliorato adattandolo sempre più a diverse condizioni d’uso.
Tra i vantaggi nel suo utilizzo quindi troviamo la resistenza, sia all’abrasione che al taglio, l’impermeabilità e un buon isolamento termico. Infatti viene impiegato principalmente come imbottitura per indumenti invernali, dai pile fino all’imbottitura per giacche e altri capi pensati per offrire un’ottima protezione dal freddo e per l’abbigliamento sportivo. Rispetto ai tessuti in fibre naturali, questa fibra sintetica resiste molto bene anche se esposta a lungo al calore e ai raggi solari e ha anche il vantaggio di asciugarsi molto rapidamente, grazie alle loro capacità traspiranti. Mescolato ad altre tipologie di fibre, troviamo il poliestere citato sull’etichetta anche di indumenti intimi, di camicie e magliette, di vestaglie e di confortevoli plaid morbidi al tatto.
Tra gli svantaggi del poliestere, vi è la facilità con cui sviluppa cattivi odori e trattiene le macchie e, non ultimo, genera cariche elettrostatiche e attira molta polvere. Un altro svantaggio del poliestere è che tende facilmente a fare il “pilling” cioè la formazione di quelle antiestetiche palline in seguito allo sfregamento o ai continui lavaggi.
Le fibre sintetiche inoltre hanno un costo bassissimo e le aziende sono spinte ad utilizzarle per una questione sicuramente economica e preferirle quindi alle fibre naturali. Ma il cotone, la lana , il lino, la seta o la canapa, tutte fibre naturali conosciute e usate da secoli hanno il vantaggio di essere anallergici, non sviluppano cattivi odori, disperdono il calore corporeo e infine hanno anche un’ottima resistenza e non bruciano a contatto con scintille occasionali.
Una scelta etica
Si parla molto anche di moda ecosostenibile negli ultimi anni e ci sono capi 100% in poliestere riciclato, che forse sono tra i più sostenibili in assoluto, ma la produzione, l’elaborazione e l’esportazione di fibre naturali sono vitali per le economie di molti paesi in via di sviluppo e la maggior parte di loro possiede un basso impatto ambientale perché provenienti da materie prime rinnovabili e biodegradabili.
Il poliestere invece, a meno che non sia riciclato, non è sostenibile e lavandolo rilascia delle microplastiche altamente inquinanti che vanno a finire direttamente in mare, soprattutto se è filato con il cotone. Quindi pensiamoci bene quando acquistiamo un capo, magari low cost. Impariamo leggere le etichette e valutare attentamente cosa acquistare con fibre sintetiche e cosa preferire invece in fibre naturali.