Ormai il “caso” Cliomakeup è scoppiato qualche giorno fa e tutti sono accorsi a dire la propria, a dimostrare la propria vicinanza o la completa lontananza da ciò che la ex youtuber ha espresso nel suo discorso. A questo punto della questione abbiamo abbastanza elementi per avere un quadro chiaro e poter riassumere tutte le posizioni, senza voler parteggiare per l’uno o l’altro schieramento.
Molte colleghe sono subito corse a fornire conforto a Clio, in quanto provata dal periodo che sta attraversando il suo lavoro, nonostante tutto vada a gonfie vele per lei e la sua azienda.
Allora perché questo sfogo? Perché ha voluto dire proprio quella frase “il web è pieno di leccaculo”?
Andiamo con ordine e cerchiamo di capire il contesto e quel che Clio volesse intendere davvero con il discorso che ha intrapreso.
Cosa è accaduto a Clio ultimamente?
Clio inizia il suo discorso con faccia distesa e ci tiene a premettere che non è accaduto nulla di grave, ma che comunque avrebbe voluto condividere con gli utenti alcuni pensieri che la stanno tormentando da un po’.
Ammette di essere cambiata nel tempo e di sentire tutta la pressione di questo cambiamento che non avrebbe voluto fare, perché sente di avere deluso i followers che le avevano accordato tanta fiducia.
Fondamentalmente il suo disagio nasce dal fatto che non si sente più libera di dire davvero quel che pensa di alcuni prodotti, specie quelli che non le piacciono, per paura di essere attaccata e delle persone che possono travisare il suo messaggio. Per tale ragione, preferisce non parlare affatto delle cose che non ritiene valide.
Fin qui tutto ok. Comprensibile.
Clio si sente sopraffatta da tutto quello che le è scoppiato intorno, poiché il web è molto cambiato da quando pubblicò il primo video su YouTube, nel lontano 2007, quando era appena arrivata a New York e nella solitudine della sua stanza aveva deciso di condividere quello che avrebbe imparato seguendo un corso di Makeup professionale sul posto.
Quando Clio ha capito di aver raggiunto il successo che l’ha sopraffatta?
Nessuno avrebbe immaginato il grande successo che ne sarebbe conseguito, ma ad un certo punto Clio deve pur averlo intuito, visto che ha costruito un impero e, nonostante sia sempre la dolce ragazza genuina che presta il volto alla sua azienda, non è di certo circondata da persone che non sanno fare il proprio mestiere. Prima tra tutte la cognata Elena Midolo, CEO dell’azienda e specializzata in Marketing e Comunicazione, per farla breve.
Insomma, collaborazioni, programmi televisivi e poi una azienda tutta sua e milioni di ragazze pendenti dalle sue labbra, oltre a milioni di fatturato e centinaia di dipendenti.
Cosa è andato storto?
In realtà proprio un bel niente. Lo sfogo di Clio riguarda soltanto la perdita di genuinità del mondo di cui adesso fa parte e che la tiene sotto grande pressione. E’ lei la PRIMA e VERA influencer di prodotti, quella che è riuscita nel tempo a creare un rapporto di fiducia con i propri utenti che però adesso le sta stretto, in quanto si sente di non essere libera e sincera al cento per cento.
Parla proprio di terrore, paura di dire qualcosa che possa essere travisato o di fare recensioni negative su qualche prodotto.
Ma purtroppo non si limita a questo ed è la parte che forse ha ricevuto un pochino di biasimo.
Difatti, mentre lei vuole astenersi totalmente dal dare un parere negativo su prodotti che proprio non le piacciono, accusa di lecchinaggio le colleghe che lo fanno per avere una views in più, una collaborazione in più e per non deludere il brand.
Togliendo le persone che l’hanno accusata di ipocrisia, che non è la questione che ci interessa oggi e che forse è anche ingiusta come accusa, ci vogliamo fermare ad una riflessione.
Seppur vero che oggi i brand hanno capito che le influencer sono la nuova pubblicità a costo praticamente zero e che le stesse venderebbero letteralmente l’anima al diavolo (non tutte ovviamente), ciò che sfugge forse a tutti è che il consumatore finale ha l’ultima parola e non è totalmente abbindolabile. Per ogni sponsorizzazione deve legalmente apparire la scritta ADV, quindi l’utente è a conoscenza che quel prodotto è stato omaggiato o che si è stati pagati per recensirlo.
Allora perché Clio Makeup propone questo discorso proprio adesso?
Qualcuno ha insinuato che l’azienda inizi a scricchiolare e che il suo personaggio non sia più abbastanza in “linea” con i tempi da raccogliere consensi come prima.
Clio non ha assolutamente considerato che ci possano essere state delle scelte sbagliate all’interno della sua azienda, anche di comunicazione, poiché riporta il discorso su quelle colleghe che si comportano male.
Sicuramente il discorso è stato chiaro fino ad un certo punto, ma molto confuso e a tratti contraddittorio per altri versi.
Vedremo come si evolveranno le cose e se ci saranno altre novità, ovvero se questo sarà il preludio di qualche grande rivoluzione per l’azienda Clio Makeup.