Nel mondo della moda, dove trend e tendenze nascono e svaniscono in pochi mesi, ci stupiamo ormai sempre di meno.
Eppure, un marchio in particolare è riuscito a sorprendere tutti, non solo per il suo stile ma anche per la sua improvvisa ascesa nei cuori (e negli armadi) di un nuovo pubblico. Il marchio in questione è Alaïa, fondato dallo stilista tunisino negli anni ’70. Dopo anni di silenzio relativo, questo brand ha ripreso a brillare come non mai, registrando un aumento di interesse pari al 50% nelle ricerche online solo nell’ultimo anno.
La storia di Alaïa è fatta di contrasti e di grande talento: alla rigidità delle regole della moda, il fondatore rispondeva con un approccio anticonformista e sartorialmente rivoluzionario, che ha sempre privilegiato il corpo e le forme femminili rispetto ai dettami delle passerelle. E anche dopo la sua scomparsa nel 2017, l’eredità del maestro non è mai svanita. Oggi, il suo nome torna a far parlare di sé sotto la direzione di Pieter Mulier, che ha saputo riportare in vita il suo stile con un tocco di freschezza.
Azzedine Alaïa è stato un visionario, amato tanto dalle élite di Parigi quanto dalle star internazionali. La sua storia parte da Tunisi, dove è nato nel 1935, e arriva a Parigi nel 1957, quando si trasferisce per lavorare in alcune delle case di moda più celebri, tra cui Dior e Guy Laroche. Il suo approccio unico all’arte sartoriale lo porta ben presto a distinguersi: Alaïa non seguiva la moda, la creava. Con tessuti elasticizzati, pelle tagliata al laser e corsetteria nascosta, i suoi abiti abbracciavano il corpo delle donne, celebrando la loro femminilità in maniera raffinata.
La prima collezione di prêt-à-porter del 1980 riscuote un successo immediato, seguito da un premio come “Miglior stilista dell’anno” nel 1984. Da quel momento in poi, Alaïa diventa il punto di riferimento per celebrità e modelle come Naomi Campbell, che considerava il couturier come un padre. Con un carattere indipendente e testardo, Alaïa decide di allontanarsi dalle logiche commerciali della moda, presentando le sue collezioni fuori dai calendari ufficiali e solo quando si sentiva pronto.
Dopo la morte di Alaïa, sembrava che il marchio potesse rimanere un gioiello riservato agli appassionati di alta moda. Nel 2021, però, arriva Pieter Mulier, braccio destro di Raf Simons (Christian Dior, Calvin Klein, Prada), che prende in mano le redini della direzione creativa. Mulier ha una missione chiara: rendere Alaïa accessibile a una nuova generazione senza tradire l’eredità del fondatore. Il risultato è un mix straordinario tra tradizione e modernità: la prima collezione di Mulier riprende i tratti distintivi di Alaïa – linee aderenti, tessuti modellanti e attenzione maniacale ai dettagli – ma li rielabora in chiave contemporanea.
Con questa nuova direzione, Mulier ha saputo attirare un pubblico giovane, portando Alaïa anche sui social e nelle riviste di tendenza. Le nuove campagne pubblicitarie puntano su un’estetica minimalista e su testimonial che incarnano l’eleganza e la forza del brand. E in un’epoca in cui la moda sembra muoversi sempre più verso la velocità e l’accessibilità, Alaïa torna a distinguersi per la sua qualità artigianale e per un’estetica che punta alla durabilità più che all’effimero.
Il boom delle vendite e delle ricerche online è segno che Alaïa è più che mai rilevante nel panorama della moda contemporanea. La direzione di Mulier è riuscita a trasformare un marchio di nicchia in un fenomeno globale, puntando su una comunicazione smart e inclusiva.
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